Sono sempre dei buoni pasto? No! Dei buoni spesa? No! Si chiamano “Buoni alimentari”!
Non cambia solo il nome, ma proprio il funzionamento.
Facciamo chiarezza
I buoni alimentari rappresentano una forma di benefit aziendale che consente ai dipendenti di acquisire generi alimentari, migliorando il loro benessere e garantendo vantaggi significativi alle imprese.
Sono diversi dai buoni spesa perché fanno parte di una diversa fonte normativa. Quindi cambia il nome, il funzionamento e la limitazione di detassazione e decontribuzione.
Cose c’è da sapere
1) non diventano diritto acquisito del dipendete se inseriti all’interno di un piano di welfare aziendale;
2) funzionano tramite Card Pellegrini, come se fosse un Bancomat;
3) potete utilizzare il vostro credito solo nei negozi, bar, mense, ristoranti e supermercati convenzionati al circuito Pellegrini (da qui potete cercare i negozi abilitati in base alla vostra zona);
4) si può accumulare fino a 8 € per giornata lavorata.
Ma quindi che peculiarità hanno?
All’interno di un piano di welfare aziendale sappiamo che abbiamo, ad oggi, fino a 258,23 € di limite di buoni spesa per i dipendenti senza figli a carico, e fino a 3.000 € per chi ha figli a carico. Questi però sono i buoni spesa, come detto prima, i buoni alimentari fanno parte di un’altra fonte normativa con la propria limitazione di 8 € per giornata lavorata. Questo sta a significare che qualora un dipendente senza figli a carico ha già speso i suoi 258,23 € di buoni spesa al supermercato, potrà continuare a fare la spesa con la Card Buoni Alimentari fino ad esaurimento credito impostato dall’azienda.
Stessa cosa vale anche per chi ha figli a carico perché la soglia dei 3.000 € ha durata fino al 31/12/2023 e dopo verrà modificata, perciò anche loro dal 01/01/2024 potranno continuare a fare la spesa con la Card Buoni Alimentari.
Capiamo che è uno strumento estremamente efficace e importante da garantire ai dipendenti, come sostegno per un bene primario di cui tutti abbiamo bisogno, fare la spesa.