Con il Ddl Concorrenza, approvato dal Governo lo scorso 4 novembre 2021, è stata ridotta da 5 a 2 anni la durata minima del contratto per le imprese che si affidano ai privati per la gestione dei rifiuti urbani (ex assimilati agli urbani), con sconti sulla Tari.
Il provvedimento prova così a sciogliere uno dei nodi generati dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo 116 del 2020, che ha recepito la nuova direttiva europea sui rifiuti contenuta nel pacchetto economia circolare riscrivendo la definizione di rifiuto urbano e archiviando il meccanismo dell’assimilazione.
Il Governo va incontro alle ripetute sollecitazioni espresse da Confartigianato per eliminare gli ostacoli alla libera concorrenza e alla gestione a mercato dei rifiuti prodotti dalle imprese, evitando di vincolarle a tempi incompatibili con le strategie di investimento.
Confartigianato, da tempo, aveva chiesto un intervento normativo per ridurre il riferimento ai cinque anni, prevedendo tempistiche più compatibili con l’attività di impresa. Questo per evitare di orientare forzatamente il mercato verso una gestione pubblica dei rifiuti prodotti dalle imprese, mantenendo la concreta possibilità di una gestione a mercato dei rifiuti prodotti dalle imprese che in questi anni ha garantito significativi risultati di riciclo.