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Salasso energetico. Il presidente Massetti: «Bollette da “furto” per le Pmi artigiane»

Il presidente Massetti: «Bollette da “furto” per le Pmi artigiane ora a rischio».

Il 2025 si apre con un allarme rosso per le piccole e medie imprese artigiane: i rincari medi previsti del 19% per le bollette della luce e del 14% per il gas rischiano di compromettere la sopravvivenza di molte attività. Aumenti che in alcuni casi superano il 70% rispetto al 2021 e il 40% in più rispetto al 2024 gravando su comparti chiave come il manifatturiero e l’alimentare. Per via di diversi fattori, certo. Dalle crisi internazionali al lungo inverno freddo seppur non rigido in cui i consumi inevitabilmente s’impennano, senza tralasciare l’aspetto speculativo.

«Gas ed elettricità, indispensabili per qualsiasi produzione, sono diventati beni di lusso. I nostri artigiani non riescono più a sostenere queste bollette “da furto”», denuncia Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia: «La situazione è critica e rischiamo di perdere competitività, con un inevitabile impatto sull’occupazione e sull’economia locale».

Secondo i dati di Confartigianato, il 2024 ha visto l’Italia posizionarsi tra i Paesi europei con i costi energetici più alti per le Pmi, principalmente a causa di oneri e accise che sono pari al 27,1 per cento sul prezzo dell’energia elettrica: quota quasi doppia rispetto alla media Ue. E quel che è peggio, il peso di oneri e accise in Italia grava fortemente sulle classi di consumo delle Pmi e in particolare su quelle che consumano sino a 2.000 MWh l’anno, mentre è in equilibrio per le aziende che consumano tra 20.000 e 70.000 MWh e diventa vantaggioso per le imprese con consumi più elevati. Un esempio lampante? Confartigianato segnala l’esempio emblematico di una piccola azienda del settore tessile che, a ottobre 2024, ha visto il costo della bolletta per oneri generali arrivare a 52,45 euro per megawattora, mentre una tessitura più grande, pur operando nello stesso settore, ha pagato soltanto 7,46 euro.

«Il Governo e le istituzioni europee devono intervenire con urgenza: serve un tetto al prezzo dell’energia, una revisione degli oneri in bolletta e misure di sostegno diretto alle Pmi – continua il presidente Massetti. Non possiamo permettere che migliaia di imprenditori siano lasciati soli davanti a questa crisi. In particolare, come Confartigianato auspichiamo – ormai da troppo tempo – che venga rivisto il sistema di prelievo sugli oneri di sistema. In pratica, a causa dell’assurdo meccanismo ‘meno consumi, più paghi’ applicato agli oneri parafiscali, le micro e piccole imprese con consumi energetici contenuti sono costrette a sobbarcarsi la maggiore quota di oneri proprio per finanziare, tra le altre cose, le agevolazioni per le grandi imprese energivore. In barba al principio ‘chi inquina, paga’, questa iniqua distribuzione del carico contributivo si traduce in un ostacolo alla competitività delle piccole imprese, che costituiscono la spina dorsale del sistema produttivo.

Da qui le proposte di Confartigianato che chiede: l’introduzione immediata di un tetto ai prezzi di gas ed elettricità a livello europeo; la rimozione di oneri impropri che gravano sulle bollette delle Pmi; incentivi per l’adozione di fonti rinnovabili e comunità energetiche per favorire l’autoproduzione e un fondo straordinario di compensazione per le imprese più colpite. E l’appello alle istituzioni locali: «Non possiamo permettere che migliaia di imprenditori siano lasciati soli. Serve più coraggio e più azione. Confartigianato è pronta a collaborare con le istituzioni, a partire da Regione Lombardia perché si faccia sentire con il Governo e con l’Europa per identificare soluzioni concrete che tutelino il tessuto produttivo e garantiscano un futuro sostenibile a Brescia e a tutta la Lombardia» conclude il presidente Massetti.

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Ufficio Energia e Gas

Tel: 030 3745.275-268-338-212

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