La verifica di messa a terra è un controllo periodico obbligatorio previsto dal D.P.R. 22 ottobre 2001 n. 462, che richiede a tutti i datori di lavoro con almeno un lavoratore nella propria azienda di far eseguire la verifica degli impianti elettrici, con periodicità biennale o quinquennale.

Tale verifica è diversa dalle verifiche manutentive sull’efficienza degli impianti, che vengono svolte dai soggetti preposti alla manutenzione degli stessi. Il datore di lavoro deve provvedere affinché gli impianti di messa a terra, i dispositivi di protezione da scariche atmosferiche e le installazioni elettriche in luoghi a rischio esplosione siano sottoposti a verifica periodica secondo le modalità previste dal D.P.R. 462/2001 e dal D.Lgs. 81/08, laddove è previsto che soggetti abilitati sono soltanto gli organismi certificati e iscritti nelle liste presso il Ministero competente, oltre alle Agenzie di Tutela della Salute (ATS) territoriali.
Gli organismi di verifica rilasciano pertanto un rapporto che deve essere inviato a cura del datore di lavoro al portale CIVA dell’INAIL in via telematica entro 30 giorni dalla data di effettuazione.

Il datore di lavoro pertanto diventa protagonista: non si deve preoccupare solamente di espletare le pratiche burocratiche di denuncia dell’esistenza dell’impianto, ma è diretto responsabile della sicurezza dello stesso e dell’effettuazione delle necessarie verifiche.

La mancata effettuazione delle verifiche di legge è una inosservanza che viene contestata al datore di lavoro da parte di ATS, in fase di attività di vigilanza. Per questo motivo il datore di lavoro deve essere in possesso dei verbali di verifica rilasciati dagli Organismi di Ispezione, per poterli esibire in occasione di controlli da parte degli Enti preposti.