Il Governo con il Decreto “Ristori”, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, introduce ulteriori misure per tamponare l’emergenza provocata dalla pandemia e stanzia altri 5,4 miliardi di euro per il sostegno di imprese e lavoratori.
Un provvedimento doveroso messo in campo in tempi record che prevede la proroga della cassa integrazione guadagni (CIG) e il blocco licenziamenti fino al 31 gennaio; rimborsi per il settore dello spettacolo; fondi per il sostegno delle società sportive dilettantistiche e aiuti al mondo della cultura e al settore del turismo.
In particolare circa 2,4 miliardi di euro sono destinati al ristoro di 460 mila attività costrette a ridurre l’orario o a chiudere con il nuovo Dpcm, compresi taxi e ncc. Per queste imprese è previsto anche l’azzeramento dei contributi per il mese di novembre, il credito d’imposta al 60% per gli affitti per i mesi di ottobre, novembre e dicembre e la cancellazione della seconda rata dell’Imu del 16 dicembre.
Per i ristori ci sarà un doppio binario, per chi lo ha già avuto l’indennizzo sarà automatico e arriverà con bonifico sul conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate “entro il 15 novembre“, come annunciato alle categorie dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Per gli altri l’Agenzia riaprirà il canale per le istanze e il ristoro arriverà entro la metà di dicembre 2020.
I ristori saranno rafforzati rispetto a quelli del decreto Rilancio, e le quote saranno “differenziate” in base al settore economico: bar, gelaterie, pasticcerie, ad esempio, avranno il 150% di quanto già ricevuto, i ristoranti invece il 200% (con ristori medi tra i 5.173 e i 25mila euro).
L’indennizzo raddoppia anche per palestre, piscine, teatri, cinema, chiuse h24 fino al 24 novembre (per questi ultimi l’indennizzo medio va dai 5mila euro ai 30mila euro), mentre per chi da marzo sostanzialmente non ha mai aperto, come le discoteche, il ristoro sarà del 400%. A questa nuova tranche avranno accesso anche le attività che superano i 5 milioni di euro di fatturato, ma il tetto ai ristori, per tutti, sarà di massimo 150mila euro.
L’altro capitolo più consistente è quello degli aiuti ai lavoratori: ci saranno altre 6 settimane di CIG a carico dello Stato da utilizzare da metà novembre a fine gennaio o, in alternativa, altre 4 settimane di sgravi contributivi per chi fa rientrare i dipendenti al lavoro. Prevista anche una nuova indennità una tantum da 1.000 euro per i lavoratori stagionali del turismo (inclusi quelli con contratto di somministrazione o a tempo determinato), gli stagionali degli altri settori, i lavoratori dello spettacolo, gli intermittenti, i venditori porta a porta e i prestatori d’opera. Chi non avrà accesso a nessuno dei sostegni al reddito potrà optare infine per altre due mensilità di reddito di emergenza.