Dal 1° gennaio 2021 sono operative le nuove regole previste dal D.Lgs 116/2020 che hanno cambiato la regolamentazione relativa agli sfalci e alle potature derivanti dalla manutenzione del verde, sia pubblico che privato.

Punto di partenza per lo smaltimento è la corretta identificazione della natura del rifiuto stesso. Sono considerati urbani (e quindi da trasportare verso i centri di raccolta comunali) se prodotti nell’ambito di una attività di manutenzione del verde pubblico o se prodotti nell’ambito di una attività di manutenzione del verde privato “fai da te”, attuata da privati (Codice EER 200201).
Sono invece considerati Rifiuti speciali non pericolosi (da avviare a recupero o smaltimento) se prodotti da un’attività di impresa al servizio di un privato.

“Un cambiamento non di poco conto – commenta la Presidente di Confartigianato Imprese del Verde Stefania Dal Maistro – che genera, quindi, una situazione difficilmente sostenibile con la conseguenza che gli imprenditori dovranno, a malincuore, aumentare i costi per il cliente finale”.

Come dovranno adeguarsi gli artigiani per attenersi alle nuove norme per lo smaltimento dei rifiuti verdi derivanti dall’attività impresa di manutenzione del verde privato?

Le imprese con più di 10 dipendenti dovranno:

– tenere un registro di carico/scarico vidimato dalla Camera del commercio, con la relativa annotazione del carico e scarico dei rifiuti (sono esentate le imprese fino a 10 dipendenti);

– essere iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali per effettuare il trasporto;

– allegare il Formulario di Identificazione del rifiuto;

– stipulare un contratto con un impianto di smaltimento rifiuti.

Si sottolinea che l’obbligo dell’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, riguarda anche l’attività di manutenzione del verde pubblico.