Confartigianato insieme alle altre Associazioni di Categoria segnalano la diffusione di un dispositivo di filtraggio per generatori a biomassa che viene promosso come idoneo per migliorare la prestazione ambientale e permettere lo scarico a parete, in contrasto con la normativa vigente.
1. Certificazione non sufficiente
Un prodotto certificato non può derogare alla legge. Anche se un dispositivo ha una certificazione, ciò non lo rende automaticamente conforme alle normative vigenti.
2. Responsabilità delle imprese installatrici
Gli installatori devono garantire il rispetto della normativa. Affidarsi solo alle certificazioni dei produttori senza verificare le leggi può portare a sanzioni e responsabilità legali.
3. Classificazione ambientale
Solo il costruttore del generatore può certificarne la classe prestazionale. Un accessorio non può migliorare la classificazione ambientale senza un nuovo processo di certificazione.
4. Ruolo delle norme tecniche
Le norme UNI e CEI servono a chiarire l’applicazione delle leggi, ma non possono modificarle.
5. Divieto di scarico a parete
Il D.P.R. 412/1993 impone l’obbligo di scarico sopra il tetto per i generatori a biomassa. Le deroghe previste per i generatori a gas non sono applicabili.
6. Criticità del dispositivo
◦ Percorso fumi in contropendenza: rischia di bloccare l’evacuazione dei gas.
◦ Tiraggio non garantito: senza camino, non è possibile calcolare la sicurezza del sistema.
◦ Certificazione ambientale non valida: il dispositivo non può modificare la classe del generatore.
◦ Efficienza dichiarata dubbia: il miglioramento del rendimento non è stato provato con metodi standardizzati.
◦ Rischi ambientali: il dispositivo produce residui da smaltire secondo norme specifiche.
Le Associazioni stanno valutando segnalazioni alle autorità per tutelare le imprese installatrici e gli utenti finali.