Un bilancio dell’anno che volge al termine, prospettive per il 2023 e lancio della nuova campagna di tesseramento per Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale in occasione dell’appuntamento con la stampa e della cena di Natale 2022, insieme ai risultati del sondaggio sui provvedimenti del Governo con i giudizi, scenari e posizioni dal mondo delle imprese bresciane. Dati, risultati e azioni proattive intraprese dal Sistema Confartigianato in rappresentanza delle imprese riassunti da Eugenio Massetti, presidente Confartigianato Brescia e Lombardia, Carlo Piccinato, segretario generale Confartigianato Lombardia e Giuseppe Amici, segretario generale (F.F.) Confartigianato Brescia.
IL CONTESTO – Le prospettive per il 2023 sono nel segno dell’incertezza, con una progressiva riduzione nell’arco degli ultimi 8 mesi delle previsioni sul PIL e l’Italia in recessione tecnica, mostrando un calo del PIL sia nel IV trimestre 2022 sia nel I trimestre 2023. Si profila una frenata per gli investimenti, ma l’Italia rimane locomotiva in Ue sia nel 2023 che nel 2024. Di conseguenza si stanno deteriorando gli indici di fiducia delle imprese: aumenta l’incertezza, più elevata per MPI, con ricadute su investimenti, domanda di lavoro e consumi delle famiglie. Sono in forte calo e diffuse in tutti i settori le previsioni di entrate di lavoratori nei 3 mesi novembre 2022-gennaio 2023 con cali meno marcati per i servizi legati a turismo e ristorazione ma flessione più marcata per le Costruzioni.
PMI ARTIGIANE BRESCIA – Dall’analisi dei flussi della natalità d’impresa, realizzata dalla CCIAA di Brescia, il comparto artigiano chiude il terzo trimestre con un bilancio positivo di 58 imprese quale risultato del saldo tra 406 iscrizioni di nuove realtà imprenditoriali – in calo dell’1,5% sullo stesso periodo dello scorso anno – e di 348 chiusure anch’esse in aumento ma del 16,4% su base annua. Al 30 settembre sono 33.783 le imprese artigiane registrate al Registro Imprese di Brescia, in aumento dello 0,5% su base annua. Erano 33.600 lo stesso periodo di un anno prima. Le costruzioni mantengono un ritmo di crescita sostenuto anche nel trimestre estivo: sono 18.703 le imprese edili, pari al 15,6% del totale, in aumento di 363 unità rispetto a un anno fa, il 63% delle quali sono imprese artigiane (13.172).
SURVEY IMPRESE – Dall’ultima Survey realizzata nelle prime settimane di dicembre 2022 da Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale (330 risposte) emerge una fotografia parzialmente positiva, con ombre all’orizzonte, problematicità e ostacoli, ma con la voglia di reagire e continuare nonostante le difficoltà.
Alle imprese interpellate, oltre il 90% delle rispondenti con meno di 9 dipendenti ed il 48,5% fino a 3, operanti per la maggior parte nei settori del benessere, metalmeccanica, installazione impianti, edilizia, gomma e plastica, legno e arredo, autoriparazione e alimentazione, si è chiesto l’andamento dell’anno che sta per concludersi, previsioni per il prossimo ed un giudizio sull’operato del Governo in questi primi mesi (Decreto Aiuti Quater e Legge di Bilancio), principali problematicità e richieste all’Esecutivo.
Significativa la risposta delle imprese alla domanda sul fatturato 2022: per il 54,5% è maggiore ed in crescita rispetto al 2021, per il 24,2% uguale, mentre per il 21,2% è in calo. In prospettiva oltre la metà vede la sua attività per il 2023 in linea con quest’anno, mentre per il 21,2% positiva in crescita. Solo parzialmente in linea con l’andamento di quest’anno il 15,2%, in calo per i restanti 6,2% e con previsione di chiusura segnalato dal 6% dei rispondenti.
Sono diverse le difficoltà nei prossimi 3 mesi e tra quelle maggiormente segnalate dalle MPI bresciane: per 3 su 4 sono i costi dell’energia, oltre la metà (54,5%) costi delle materie prime e il 48,5% la burocrazia, seguita da mancanza di personale (per il 45,5% delle imprese) e pressione fiscale 39,4%. Artigiani che nei prossimi mesi hanno espresso l’intenzione di continuare nella ricerca di personale (nel 54,5% dei casi), investire in sede, macchinari e tecnologie (48,5%), formare personale e investire in azioni volte a ridurre l’impatto ambientale, entrambe le opzioni segnalate da quasi un impresa su tre.
Capitolo azione del Governo: buono l’operato sin qui espresso dall’Esecutivo per un’impresa su quattro, che sommato al giudizio soddisfacente, arriva a quasi la metà dei rispondenti (44,4%) mentre per il 42,4% è insufficiente.
Tra le azioni della Manovra ritenute più utili per le imprese: in testa la detassazione dei premi di produttività (nel 66,7% delle opzioni segnalate), il rifinanziamento del fondo di Garanzia per le Pmi (51,5%), l’estensione della flat tax (36,4%), la tregua fiscale e la rottamazione delle cartelle (30,3%). Meno segnalato come utile il taglio al Superbonus, l’obbligo del Pos solo sopra soglia minima, sospensione/proroga plastic e sugar tax.
Tra le richieste che le imprese rispondenti avanzerebbero al Governo: in testa la semplificazione degli adempimenti burocratici e la riduzione della pressione fiscale (nell’81% delle scelte multiple flaggate), la riduzione del costo del lavoro (63,3%), l’eliminazione degli oneri generali di sistema dalle bollette delle imprese (51,5%) e il potenziamento degli strumenti creditizi a sostegno degli investimenti nel 45,5% dei casi.